Le autovetture che hanno una potenza superiore a 185 kw, quindi quelle che oltrepassano la soglia dei 250 cavalli, entrano nel mirino del Fisco. Non importa che siano berline, berline compatte, station wagon, suv o fuoristrada, non ci sono distinzioni di sorta. Marchi di auto di lusso Ferrari, Lamborghini, Porsche, Bentley, Bugatti, Genesis, Infinity, Lexus, Alpina, Audi. Altri marchi di auto di lusso:BMW, Mercedes-Benz, Mercedes-AMG, Mercedes-Maybach, Aston Martin, Jaguar, Land Rover, Lotus, McLaren, Naran.

BUGATTI
Bugatti, Ettore (Milano 1881 – Neuilly-sur-Seine, Parigi 1947), scultore e progettista di automobili italiano, esponente di una nota famiglia milanese di artisti e inventori, insieme al padre Carlo, designer e decoratore di mobili, e al fratello maggiore Rembrandt, scultore.
Formatosi come scultore e disegnatore di mobili presso la bottega paterna, Ettore frequentò l’Accademia di Brera, entrando in contatto con alcune importanti personalità dell’ambiente artistico milanese. Nel 1895, tuttavia, decise di assecondare la sua naturale inclinazione alla meccanica iniziando a lavorare per la fabbrica automobilistica Stucchi.
Intrapresa la carriera di pilota sportivo (1899), nel 1901 progettò il suo primo prototipo di auto da corsa, che gli valse nel 1902 un contratto per la casa d’auto De Dietrich in Alsazia. Nel 1909, forte del successo internazionale dei suoi progetti, Ettore aprì una propria officina a Molsheim, presso Strasburgo; le sue auto cominciarono a trionfare nelle gare, giungendo nel 1926 a vincere tutti i Gran Premi dell’anno.
Dopo la pausa della prima guerra mondiale, in cui l’azienda produsse prevalentemente motori aerei, il marchio Bugatti tornò a imporsi nel mercato automobilistico mondiale, con una serie di modelli in cui le innovazioni tecniche si coniugavano perfettamente alla qualità estetica; sia le auto da corsa, sia le berline di lusso, destinate all’aristocrazia (come la mitica Royale 41, prodotta dal 1927 al 1933 in soli sei esemplari) e ai sempre più numerosi personaggi del mondo dello spettacolo che ne facevano richiesta, si distinsero per le carrozzerie dalle forme flessuose, snelle e arrotondate, e per il carattere brillante delle prestazioni.
Alla fine degli anni Venti la crisi economica internazionale spinse Ettore a cedere la direzione della fabbrica al figlio Jean, che morì tuttavia di lì a poco. Trasferita a Bordeaux (1939) e quindi di nuovo a Molsheim sotto una direzione tedesca, l’azienda, minata da dissesti finanziari, venne venduta nel 1941.

Ferrari
Ferrari Azienda di automobili sportive e da competizione fondata a Modena nel 1929 da Enzo Ferrari. Sviluppatasi in seno all’Alfa Romeo come scuderia corse, se ne distaccò nel 1940, quando si trasformò in società Auto Avio Costruzioni Ferrari. Già dai primi anni Trenta Enzo Ferrari aveva scelto come marchio l’emblema del cavallino rampante in onore di Francesco Baracca, l’asso dell’aviazione italiana caduto sul Montello durante la prima guerra mondiale, che aveva fatto dipingere quel simbolo sulla carlinga del suo aereo. La prima vettura Ferrari – ancora formalmente sotto l’egida Alfa Romeo – corse con il nuovo simbolo il 9 luglio 1932 e vinse la 24 ore di Spa.


Mercedes AMG
Fu fondata nel 1967 da Hans Werner Aufrecht e Erhard Melcher nella cittadina di Großaspach. Unendo le iniziali dei due cognomi e l’iniziale della cittadina, si ottiene la sigla A-M-G. Logo Mercedes AMG ClassicIl nome ufficiale dell’azienda in lingua tedesca è AMG Motorenbau und Entwicklungsgesellschaft mbH, che letteralmente significa “Società costruzione e sviluppo di motori a responsabilità limitata”: si trattava all’epoca di una società privata di elaborazione di autovetture. Il loro primo riconoscimento arriva nel 1971 quando il gruppo vince nella propria categoria la 24 Ore di Spa, gara del campionato europeo turismo, grazie ad una AMG Mercedes 300 SEL 6.9 (in classifica generale la vettura si piazzerà al secondo posto). Pochi anni dopo la piccola società inizia a crescere, e la sede si trasferisce ad Affalterbach, sempre nel Baden-Württemberg. In quel periodo i dipendenti sono appena 40, ma il loro nome inizia ad essere sempre più conosciuto. L’inizio della collaborazione con la Mercedes Dopo una decina di anni, nel 1988 la AMG si presenta come partner di Mercedes-Benz al Campionato DTM, campionato tedesco per le vetture da turismo: ben presto diventa il team di maggior successo.
Mercedes AMG


Maybach-Motorenbau
Le origini di quello che in seguito sarebbe stato considerato il più rappresentativo costruttore di motori per dirigibili (ed in seguito uno dei più rappresentativi nel campo della auto di lusso), per ironia della sorte, ebbe inizio da uno spaventoso incidente occorso ad un dirigibile. Costruire dirigibili, infatti, non era una novità assoluta: già negli ultimi anni del XIX secolo, il conte Ferdinand von Zeppelin cominciò ad occuparsi di dirigibili, cercando di studiare dei metodi per risolvere alcuni problemi, tra cui quello della direzionalità degli aerostati. Nel 1898 riuscì ad ottenere un brevetto con cui proteggere in maniera retroattiva un suo progetto risalente a tre anni prima: nel 1899 cominciò la costruzione di un dirigibile rigido (lo Zeppelin LZ 1) con cui avrebbe compiuto i primi giri di prova l’anno seguente. I motori utilizzati erano costruiti dalla Daimler Motoren Gesellschaft, che di lì a pochissimo sarebbe rimasta orfana del suo fondatore, Gottlieb Daimler. Il suo più fido collaboratore, Wilhelm Maybach, era il principale artefice dei motori che la DMG applicava praticamente in tutti i campi, dalle automobili alle imbarcazioni e fino agli aerostati. Nel 1900 il conte von Zeppelin ebbe modo di conoscere Maybach e di rendersi conto del suo genio: tra i due si instaurò un rapporto di autentica fiducia. Lo spaventoso incidente di cui sopra avvenne il 5 agosto del 1908, quando un dirigibile Zeppelin, lo Zeppelin LZ 4, durante un volo incappò in una tempesta e precipitò al suolo distruggendosi. Tale episodio, però, anziché far nascere dubbi a proposito dell’affidabilità o meno di un veicolo volante, accentuò le manifestazioni di solidarietà da parte dell’opinione pubblica ed arrivarono nuovi fondi di sostegno per permettere a von Zeppelin di far fronte alle perdite economiche dovute al disastro e di fondare la Luftschiffbau Zeppelin. Nel frattempo, Wilhelm Maybach si era dimesso dalla DMG a causa di aspri dissapori con i suoi colleghi e il conte von Zeppelin colse la palla al balzo per proporre al grande genio dei motori di entrare a far parte dell’organico della neonata azienda di dirigibili. Maybach accettò ed entrò nel capitale dell’azienda stessa, che cambiò ragione sociale in Luftfahrzeug-Motorenbau GmbH: fu così che il 23 marzo 1909, a Bissingen/Enz, nacque la nuova azienda per la costruzione di dirigibili. Alla fondazione collaborò anche il figlio di Wilhelm Maybach, Karl, che fin dall’inizio ricoprì il ruolo di direttore tecnico.

Mercedes
La prima automobile della storia è una Stella. Era il 1886 quando la prima automobile al mondo venne ufficialmente alla luce. Pesava 360 kg ed aveva due marce, un freno di legno sulla ruota posteriore e un motore monocilindrico alimentato a ligroina da 0,8 CV. Era la Patent-Motorwagen e da lì a poco il suo inventore, Carl Benz, e il suo futuro socio, Gottlieb Daimler, avrebbero cambiato per sempre il corso della Storia, e non solo dei trasporti. Il riconoscimento di tale primato è stato ufficializzato nel 2011, con l’inserimento del brevetto nel Patrimonio documentario mondiale dell’UNESCO. Un coraggioso viaggio verso la celebrità La grande popolarità della Patent-Motorwagen arrivò circa due anni dopo, grazie al coraggio di una donna: Bertha Benz. Per dimostrare a tutti l’affidabilità dell’auto, all’alba di un giorno d’agosto del 1888 e all’insaputa del marito Carl, Bertha si mise alla guida di una delle sue auto a tre ruote e insieme ai figli Eugen e Richard percorse i quasi 90 km che separavano Mannheim da Pforzheim. La notizia dell’evento fece in poco tempo il giro del paese, rendendo l’invenzione sempre più conosciuta e apprezzata. L’inizio del mito Mentre Benz procede con le sue invenzioni, un altro grande ingegnere si fa strada nel mondo delle automobili: è Gottlieb Daimler. Questi, dopo diverse esperienze e importanti sperimentazioni nel settore, come quelle sul motore a combustione interna in quattro tempi con Wilhelm Maybach, il 28 novembre 1890 fonda la “Daimler-Motoren-Gesellschaft”. Sin dall’inizio, Daimler e Benz si impegnano a rispettare i più alti standard qualitativi e nel periodo antecedente la Prima Guerra Mondiale, malgrado la grande concorrenza, conquistano la ribalta. Concluso il conflitto, Benz e Daimler decidono di far fronte comune per superare la crisi economica che attraversa il Paese e nel giugno 1926 fondono le due società, dando vita alla Daimler-Benz AG. La nascita del nome “Mercedes” Il console viennese Emil Jellinek fu uno dei primi estimatori delle vetture Daimler, nonché un grande appassionato di gare automobilistiche. Il suo interesse per le vetture lo porta nel 1898, nelle vesti di commerciante, a venderle all’alta sfera della finanza austriaca e poi anche a gareggiare alla loro guida, conseguendo importanti vittorie. Jellinek partecipa anche alla “Settimana di Nizza” con lo pseudonimo di “Monsieur Mercédès”, ispirato al nome della figlia prediletta. Le sue gesta diventano famose in tutta Europa, tanto che Gottlieb Daimler decide di battezzare le sue auto con il nome, di “Mercedes”. L’evoluzione del logo: la Stella Con la fusione delle due case automobilistiche più antiche al mondo, nasce un nuovo marchio di fabbrica: la stella a tre punte, che simboleggia l’ambiziosa aspirazione di essere protagonisti in terra, in cielo e in mare, circondata da una corona di alloro che cinge i nomi “Mercedes” e “Benz”.
MCLAREN FOTO

MCLAREN
La McLaren è una scuderia britannica di Formula 1 con sede a Woking, nel McLaren Technology Centre. Dal 2024 viene iscritta al campionato mondiale di Formula 1 con il nome di McLaren Formula 1 Team. Fondata il 2 settembre 1963 dal pilota neozelandese Bruce McLaren (1937-1970), esordì nel 1966 ed è, insieme alla Williams, una delle più prestigiose scuderie britanniche della massima formula ancora in attività. Il team è parte del McLaren Group, holding che comprende anche le società McLaren Automotive che produce le vetture stradali, McLaren Electronic Systems che realizza le componenti elettroniche, fornite anche ad altre case nel campionato del mondo rally (oltre alla centralina MES con cui McLaren ha vinto l’appalto per la fornitura obbligatoria per tutti i team di Formula 1), McLaren Applied Technologies che fornisce consulenze tecniche, McLaren Marketing e Absolute Taste. La proprietà del gruppo è così divisa: il 25% appartiene a Mansour Ojjeh, mentre il rimanente 75% è della società di investimenti Bahrain Mumtalakat Holding[2], presente dal 2007 nel capitale McLaren. Attualmente possiede anche una quota di maggioranza della squadra Arrow McLaren Indycar Team nella IndyCar Series. La McLaren è una delle più titolate scuderie della storia del campionato di Formula 1, con 9 titoli costruttori, e 12 titoli complessivi vinti dai suoi piloti Emerson Fittipaldi, James Hunt, Niki Lauda, Alain Prost, Ayrton Senna, Mika Häkkinen e Lewis Hamilton.In passato, vetture McLaren hanno corso in altre categorie automobilistiche, dominando completamente il campionato CanAm, tra il 1967 e il 1972, con cinque titoli piloti consecutivi, ottenendo tre vittorie alla 500 Miglia di Indianapolis negli anni settanta, e vincendo la 24 Ore di Le Mans nel 1995. La McLaren è pertanto ad oggi l’unica scuderia al mondo, oltre alla Mercedes, ad aver ottenuto almeno una vittoria in ciascuna delle tre più prestigiose competizioni automobilistiche (campionato di Formula 1, 500 Miglia di Indianapolis e 24 Ore di Le Mans). Attraverso la divisione Applied Technologies è attiva anche su altri fronti, tra cui la sperimentazione di un software per ottimizzare il traffico aereo a Heathrow e ridurre i ritardi in atterraggio e decollo degli aerei[3]. Dal 2011 ha ripreso l’attività di costruttore di automobili producendo la 12C in versione coupé e cabrio e la supercar P1. Nel 2011 sono state prodotte 400 auto mentre nel 2012 1586 auto.

JUAGUAR
Jaguar è un marchio della multinazionale automobilistica britannica Jaguar Land Rover. Jaguar Cars Ltd. è stata una casa automobilistica britannica specializzata nel settore delle vetture sportive. Insieme allo storico marchio Daimler, acquisito dalla Jaguar nel 1960, è uno dei principali fornitori della Casa Reale inglese.
Malgrado le vicissitudini economiche e i vari passaggi di proprietà susseguitisi negli anni, la Jaguar ha mantenuto quasi invariato il prestigio e lo stile delle proprie vetture per decenni.
Dal 2008, a seguito dell’acquisizione da parte del costruttore indiano Tata Motors, l’industria britannica ha proseguito il notevole quanto discusso rinnovo della gamma avviato sotto la precedente gestione Ford, secondo un design radicalmente diverso. Attualmente la casa automobilistica è parte del gruppo Jaguar Land Rover di proprietà di Tata Motors
Lotus

La Lotus venne fondata nel 1952 da Colin Chapman, ingegnere tra i più illustri e influenti dell’automobilismo. Nel suo famoso logo su sfondo giallo e verde vi sono infatti le iniziali stilizzate del suo nome completo, Anthony Colin Bruce Chapman, seguiti dalla scritta Lotus. La scelta di questo nome non è mai stata ben chiara ma si ritiene che fu da lui scelto in onore della moglie, soprannominata per l’appunto con questo nome. Secondo altre fonti, il nome Lotus è un riferimento ai lotofagi, che mangiavano il loto per dimenticare la propria terra d’origine. Secondo Chapman, infatti, chiunque avesse provato una delle sue macchine si sarebbe dimenticato immediatamente di tutte le altre. Le vetture prodotte da questo marchio seguivano la filosofia del suo fondatore. Chapman è stato uno dei più grandi innovatori in campo automobilistico e i suoi studi applicati alle auto si sono sempre rivelati vincenti tanto da fare del suo marchio una vera leggenda. Infatti tutte le sue vetture ruotavano attorno a un concetto di base: la leggerezza. In pochi avevano compreso quanto importante fosse costruire auto leggere, soluzione che non portava altro che vantaggi e permetteva di ottenere prestazioni eccezionali anche con motori piccoli (e quindi più economici e gestibili) e con pochi cavalli rispetto alla concorrenza. Lo notiamo perfettamente nei suoi più grandi capolavori come la Elan, la Seven, la Eleven, e tante altre: auto talvolta spartane ma con prestazioni sorprendenti per la cavalleria dei motori. Lotus Europa S2 Dopo la morte del suo fondatore nel 1982 e in seguito anche alle esposizioni finanziarie dovute all’accordo stipulato con la De Lorean Motor Company per la costruzione della DMC-12, nel 1986 l’azienda venne acquisita dalla General Motors. Nel 1993 a sua volta il colosso statunitense la vendette alla lussemburghese A.C.B.N. Holdings S.A., controllata dall’uomo d’affari italiano Romano Artioli, a quei tempi proprietario anche del marchio Bugatti. Sotto la direzione Artioli la Lotus venne da costui rilanciata con un modello nel 1996, la Lotus Elise, che ebbe molto successo in quanto ben fatto e perfettamente in linea con la filosofia di Chapman. Da qui vennero in seguito sviluppate la Lotus Exige e le loro successive serie. Un altro passaggio di proprietà avvenne gradualmente a partire proprio dal 1996 alla malese Proton, in quanto, a seguito dei problemi con la Bugatti, Artioli fu costretto a vendere pian piano la proprietà della Lotus per pagare le pesanti perdite con la Bugatti. Da allora la produzione di Elise ed Exige è continuata nelle varie serie (con il cambio, nel 2001, del fornitore dei propulsori, da Rover a Toyota) con l’aggiunta della Lotus Evora e della Evija. Nel 2012 strinse un accordo con il preparatore svizzero Mansory nominandolo proprio elaboratore ufficiale. Nel 2014 furono diffuse le immagini della Lotus C-01, un prototipo di motocicletta di cui fu dichiarato ne sarebbero stati realizzati 100 esemplari dall’azienda tedesca Kodewa utilizzando il marchio Lotus Motorcycles[1][2][3]. Nel maggio del 2017, Lotus viene acquistata dalla cinese Geely ed entra a far parte del suo gruppo assieme al già presente marchio Volvo. La Geely annuncia che intenderà produrre il primo SUV della casa a partire dal 2021[4] nel nuovo stabilimento cinese di Wuhan.
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